Le auto elettriche emettono sempre meno
;Un report dell’ICCT ha analizzato l’intero ciclo di vita delle auto elettriche, che emettono 4 volte in meno di quelle a benzina. Auto ibride o a idrogeno hanno vantaggi climatici minimi.

L’impatto delle auto elettriche è sempre più basso: emettono il 73% di CO2 in meno (4 volte in meno) rispetto a quelle a benzina, un miglioramento del 24% rispetto al 2021. Lo stima un recente report dell’International Council of Clean Transportation (ICCT), ente di ricerca non profit indipendente, che tiene conto dell’intero ciclo di vita e che attribuisce parte del merito alla forte penetrazione delle fonti rinnovabili nel mix di elettricità europeo.
Maggiore è la quota di rinnovabili e maggiori sono i vantaggi climatici di un’auto elettrica, che potrebbe emettere il 78% in meno rispetto alle auto a motore termico se fosse alimentata da elettricità 100% rinnovabile.
Nello studio emerge che le auto con altri tipi di motore mostrano benefici ambientali molto più limitati: le ibride convenzionali – con motore termico e frenata rigenerativa – emettono solo il 20% in meno rispetto alle auto a benzina. Le ibride plug-in, quindi dotate di motore elettrico ricaricabile con una presa, possono arrivare a una riduzione fino al 30%.
Il settore dei trasporti è il più inquinante d’Europa e le automobili sono responsabili di tre quarti delle sue emissioni. “L’eliminazione graduale delle immatricolazioni di nuovi veicoli a benzina, ibridi e ibridi plug-in entro il 2035 allineerebbe le emissioni del settore agli obiettivi climatici dell’UE”, si legge nel report.
Secondo gli autori dello studio Marta Negri e Georg Bieker, la decarbonizzazione del settore è possibile solo elettrificando il parco auto, sebbene il contributo delle auto elettriche nella riduzione delle emissioni venga costantemente sottostimato.
Gli impatti dei veicoli elettrici vengono sovrastimati
Sono due gli elementi di distorsione, sottolineano: “Il fatto di non riflettere l’evoluzione del mix elettrico nel tempo e di utilizzare valori che non tengono conto dell’intera durata di vita del veicolo” (che in media in UE è di 20 anni).
I veicoli elettrici infatti hanno un impatto maggiore di quelli a motore nella fase iniziale di produzione ma, secondo l’analisi, bastano 17.000 km di utilizzo per compensare questo “debito di emissioni”, che si estingue solitamente dopo solo uno o due anni di guida.
“Le auto elettriche a batteria in Europa stanno diventando più pulite più velocemente di quanto ci aspettassimo e superano tutte le altre tecnologie, comprese le ibride e le ibride plug-in”, ha dichiarato Marta Negri. “Questi progressi sono in gran parte dovuti alla rapida diffusione dell’elettricità rinnovabile in tutto il continente e alla maggiore efficienza energetica delle auto elettriche a batteria”.
Entro la fine dell’anno si prevede che le rinnovabili in UE rappresenteranno il 56% della produzione elettrica, raggiungendo l’86% entro il 2045. Parallelamente le emissioni legate al ciclo di vita delle auto elettriche scenderanno grazie a questo mix di elettricità più pulito.
Auto a metano, diesel, idrogeno e biocarburanti
Secondo lo studio, le auto diesel hanno un impatto analogo nel ciclo di vita a quello delle auto a benzina, mentre i veicoli a gas naturale consentirebbero di ridurre le emissioni solo del 13%.
Lo studio analizza anche l’alternativa delle auto a idrogeno, che potrebbero generare il 79% delle emissioni in meno rispetto alle auto a motore termico, ma solo se l’idrogeno utilizzato fosse prodotto da fonti rinnovabili. Attualmente quasi la totalità dell’idrogeno è prodotta dal gas, cosa che rende queste auto ad oggi in grado di ridurre le emissioni rispetto a quelle a benzina solo del 26%: oggi come oggi quindi un’auto a idrogeno – nonostante non generi inquinamento in fase di utilizzo – ha un impatto maggiore di un’ibrida plug in.
Infine, per quanto riguarda i biocarburanti, gli autori premettono che “È improbabile che vengano consumati nel trasporto stradale a causa dei loro costi elevati e della loro disponibilità attualmente limitata”, che farà sì che vengano in futuro impiegati primariamente per il settore navale e l’aviazione. Ciò considerato, anche negli scenari più ottimistici i biocarburanti sarebbero in grado di ridurre le emissioni di una percentuale trascurabile ai fini della decarbonizzazione del settore.