“A fuoco”: il libro del primo “obiettore di coscienza climatica”

Il Giusto Clima   Approfondimenti   
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15 Luglio 2025

Il ricercatore Gianluca Grimalda racconta la sua vicenda e il suo viaggio di 28 mila km senza aerei nel libro edito da Feltrinelli.

Gianluca Grimalda, ricercatore italiano ed esperto di economia comportamentale, è salito alle cronache internazionali per essere stato licenziato dal prestigioso Kiel Institute for the World Economy in Germania. Il motivo? Un atto di “obiezione di coscienza climatica”: si è rifiutato di prendere un aereo per rientrare in sede, coerentemente con la sua scelta di ridurre al minimo l’impatto ambientale personale.

Quando il suo responsabile gli ha chiesto di rientrare in ufficio entro cinque giorni, obbligandolo quindi a prendere un aereo, Grimalda si è rifiutato e ha scelto di rientrare in Germania nella maniera più ecologica, facendo quindi 28 mila km in 72 giorni via terra e mare.

Dopo il licenziamento, il ricercatore racconta la sua vicenda nel libro A fuoco. Il mondo brucia, è ora di disobbedire (Feltrinelli), un diario di viaggio e un manifesto di disobbedienza civile. Abbiamo intervistato l’autore a Il Giusto Clima su Radio Popolare.

Come mai ha deciso di fare un sacrificio personale così importante per una decisione dalle conseguenze ambientali tutto sommato limitate?

Sì è vero, qualcuno mi ha fatto notare che il mio gesto è stato interamente compensato dalle emissioni di anidride carbonica da parte della Cina in qualcosa come un centesimo di secondo.

È completamente irrilevante da un punto di vista climatico, ma io l’ho fatto innanzitutto per rimanere coerente con i miei principi: sapevo che se avessi preso quell’aereo, l’avrei fatto per soldi, per non perdere il posto di lavoro. Ma a quel punto non sentivo più di voler lavorare per un centro di ricerca che non condivideva la mia etica.

Inoltre, avevo promesso a tutti i partecipanti della mia ricerca a Bouganville che non avrei preso l’aereo per ridurre il mio impatto e non volevo deluderli.

A gennaio di quest’anno le è stato riconosciuto un indennizzo. Com’è andata a finire?

Sì, dopo aver perso il lavoro ho fatto causa all’istituto di ricerca di Kiel e il Tribunale di Kiel mi ha dato ragione: non c’erano le basi legali per licenziarmi. Per me è stata una vittoria soprattutto perché la sentenza ha contribuito a creare un precedente nel sistema legislativo sul principio del “diritto all’obiezione di coscienza climatica”.

C’è stato anche un riconoscimento monetario, non posso rivelare qual è l’entità dell’indennizzo per ragioni di confidenzialità, però ho deciso di donare 75 mila euro a movimenti di attivismo climatico e per la protezione dell’ambiente.

Da questa storia è nato il libro A fuoco: perché questo titolo?

Con “A fuoco” volevo sia dare l’idea del fatto che le temperature stanno aumentando, ma anche suggerire che con il viaggio lento si mettono a fuoco le persone.

Questo libro è principalmente un diario del mio viaggio di 28 mila km senza prendere aerei. Dentro c’è la mia storia, le tensioni familiari con mio padre che non capisce le ragioni del mio gesto, che reputa folle. Ma è anche un libro in cui cerco di dare voce alle persone che sono più esposte al cambiamento climatico.

Che cosa ha imparato dalla sua ricerca sul campo?

In uno dei miei progetti di ricerca a Bouganville ho cercato di capire come reagiscono le persone di fronte a rischi climatici collettivi: cercano di tutelare più se stesse o la comunità? Oppure non adottano alcun comportamento protettivo?

Sorprendentemente abbiamo riscontrato una propensione molto forte a sfidare la sorte e a non reagire. Cosa che chiaramente è molto pericolosa soprattutto in luoghi dove le conseguenze del cambiamento climatico sono sempre più amplificate e le risorse per l’adattamento limitate.

Un’altra cosa che ho riscontrato è che, nonostante noi occidentali abbiamo una maggiore responsabilità storica nella crisi climatica, la popolazione di Bouganville non è astiosa nei nostri confronti ma piuttosto determinata a fare la propria parte per tutelare la biodiversità.

Un atteggiamento dal quale avremmo molto da imparare.