“Rinnovabili inarrestabili”: 10 belle notizie di quest’estate

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14 Agosto 2025

Onu, IEA, Irena, Nature, Carbon Brief, Reuters, Bloomberg: agenzie internazionali, riviste scientifiche e think tank concordano tutti col fatto che le rinnovabili stanno scalzando le fossili.

“Sta sorgendo l’era dell’energia pulita”, ha dichiarato il 22 luglio il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, commentando i dati sul crescente e “inarrestabile” predominio delle rinnovabili. Le Nazioni Unite, agenzie internazionali come IEA e Irena, riviste scientifiche quali Nature, autorevoli think tank e testate giornalistiche come Carbon Brief, Reuters, Bloomberg, The Guardian: tutti concordano col fatto che le rinnovabili si stanno imponendo con velocità e forza nel mondo dell’energia. Ecco 10 ottime notizie giunte questa estate:

1. Il 91% dei nuovi progetti di energia rinnovabile per la produzione di elettricità è più conveniente di quelli in combustibili fossili, dice un report dell’IRENA.

Nel 2024 nel mondo sono stati installati 582 GW di nuova capacità rinnovabile, il 20% in più del 2023. La fonte di energia meno costosa oggi a livello globale è l’eolico onshore, che in media è il 53% più economico delle alternative fossili, compreso il gas. Subito dopo c’è il solare fotovoltaico (-41%). Il costo delle batterie si è ridotto del 93% dal 2010. In Italia il costo di installazione degli impianti fotovoltaici è diminuito dell’87% negli ultimi 15 anni.

2. Le rinnovabili hanno costituito il 92,5% delle nuove installazioni di impianti di generazione dell’elettricità nel 2024, fa emergere uno l’energy transition report dell’ONU.

Grazie a solare e eolico nel mondo stiamo evitando un quantitativo di emissioni pari a quelle annuali dell’UE. Oggi, solare fotovoltaico ed eolico a terra non solo offrono l’opzione più economica (rispettivamente 5 e 6 volte inferiore rispetto al nucleare), ma anche di gran lunga la più rapida rispetto a centrali a gas, carbone o nucleari. Il report ONU evidenzia poi che la lentezza degli investimenti per il miglioramento delle reti elettriche sta diventando uno dei maggiori fattori di inerzia della transizione energetica, visto che ci sono almeno 3.000 GW di progetti rinnovabili in attesa di essere collegati alla rete.

Risparmio economico del settore elettrico derivante dal passaggio da fonti fossili a rinnovabili tra il 2000 e il 2023 nelle diverse aree geografiche. Fonte: energy transition report dell’ONU

3. Al più tardi entro l’anno prossimo le rinnovabili diventeranno la prima fonte di elettricità a livello globale, sorpassando il carbone, dicono le stime dell’Agenzia Internazionale dell’Energia.

Il calo del carbone si sta verificando soprattutto in Cine e nell’UE, e sarà solo parzialmente compensato dall’aumento di questa fonte registrato negli USA, in India e in altri paesi asiatici.
L’ascesa delle energie rinnovabili è trainata dalla crescita estremamente rapida della produzione eolica e solare, che ha superato i 4.000 TWh nel 2024 e supererà i 6.000 TWh entro il 2026. Negli ultimi vent’anni, la quota di produzione globale di energia elettrica proveniente da fonti eoliche e solari è aumentata esponenzialmente, passando dall’1% del 2005, al 4% del 2015, al 15% del 2024, al 17% nel 2025, arrivando secondo l’IEA al 20% nel 2026.

4. L’esportazione cinese di tecnologie dell’energia pulita (come pannelli solari, batterie e auto elettriche) ha contribuito a ridurre le emissioni globali dell’1%, secondo un’analisi di Carbon Brief.

Queste tecnologie cinesi esportate nel mondo consentono di evitare circa 4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica nel corso della vita utile dei prodotti. Ulteriori segnali della velocità della transizione energetica cinese emergono, ad esempio, dal fatto che quest’anno per la prima volta il paese venderà più auto elettriche che a benzina, o dal semplice fatto che negli ultimi dieci anni ha installato più GW di rinnovabili (1460 GW) rispetto alla somma di tutti gli altri paesi del mondo. Questa spinta fortissima alle rinnovabili in Cina è accompagnata da una sensibile riduzione dell’inquinamento atmosferico, che secondo una recente ricerca sta rendendo molto più produttivi i fotovoltaici in Cina per una migliore resa dell’irraggiamento solare.

5. Se installassimo impianti fotovoltaici su tutti i terreni degradati dalle vecchie attività minerarie potremmo coprire il fabbisogno di elettricità globale previsto per il 2050, ha fatto emergere una ricerca di Nature Sustainability.

In totale ci sono 48.000 km² di terreni degradati a causa dello sfruttamento minerario, ma essi si trovano soprattutto in Cina, Cile, Usa, Australia e Russia. Sviluppando il potenziale di queste aree si potrebbe soddisfare la domanda globale di elettricità senza emettere CO2 e senza sottrarre spazio all’agricoltura o modificare ecosistemi intatti. Si tratta chiaramente di un potenziale teorico, che non riguarda i paesi che non hanno terre di questo genere – come l’Italia – per i quali rimane quindi essenziale ricorrere almeno in parte agli impianti a terra per raggiungere i propri obiettivi di decarbonizzazione.

L’India ha raggiunto la quota di 50% di capacità elettrica installata da energia pulita. Fonte: Carbon Brief

6. Cinque anni prima dell’obiettivo fissato per il 2030 nell’ambito dell’Accordo di Parigi, l’India ha raggiunto il target del 50% di capacità elettrica installata da fonti “non fossili” (energie rinnovabili e nucleare), ha comunicato Reuters. La crescita delle rinnovabili in India è accompagnata da una riduzione della produzione di elettricità da carbone (-3% circa).

7. Wall Street ha registrato un forte declino degli investimenti in fonti fossili nel 2025 rispetto allo scorso anno (-25%), riportano analisi di Bloomberg. Ciò succede nonostante in seguito all’elezione di Trump tante banche abbiano abbandonato la Net-Zero Banking Alliance: il mercato è più forte dei target di decarbonizzazione nello stimolare la transizione energetica.

Uno studio della Columbia Business School, parallelamente, fa emergere che nonostante il taglio degli investimenti a eolico, fotovoltaico e auto elettriche introdotto dalla Big Beautiful Bill di Trump approvata lo scorso 4 luglio, la transizione alle energie pulite proseguirà negli USA grazie alla continua riduzione dei costi delle tecnologie di generazione e stoccaggio di energia rinnovabile. Nella prima metà del 2025 effettivamente c’è stato un rallentamento causato dai provvedimenti federali, ma la transizione sta proseguendo, mostrando una diffusione più capillare sull’intero territorio, riporta Reuters.

8. La Grecia sta abbandonando il carbone, sostituendolo con eolico e solare, mostrano gli analisti di Our World in Data. Nel 2014, il paese ricavava circa il 50% della sua energia elettrica dal carbone, e solo il 15% dall’energia solare ed eolica. Dieci anni dopo, la Grecia copre il 43% del fabbisogno elettrico con solare e eolico e solo il 6% col carbone. Il risultato è che le emissioni di CO2 da carbone del paese sono crollate del 90% e le emissioni totali nazionali sono dimezzate.

La Grecia sta sostituendo il carbone con solare e eolico. Fonte: Our World in Data

9. Il governo australiano ha lanciato il Cheaper Home Batteries Program, un piano da 2,3 miliardi di dollari australiani per l’acquisto di batterie domestiche per assorbire la produzione fotovoltaica. Attualmente l’Australia ha più di 4 milioni di impianti fotovoltaici domestici su tetto, ma solo uno su quaranta è dotato di accumulo. Con questo provvedimento, famiglie, aziende e associazioni potranno accedere ad uno sconto di circa il 30% sul costo iniziale di installazione di sistemi di batterie su piccola scala (da 5 kWh a 100 kWh). Anche le batterie su scala di rete stanno crescendo moltissimo in Australia: entro l’anno entrerà in funzione la Waratah Super Battery, che raggiungerà gli 850 MW nel 2026 diventando la più potente al mondo. Costruita nel sito di una vecchia miniera di carbone vicino a Sydney, potrà fornire elettricità a circa 1 milione di famiglie per un’ora e costituirà uno strumento fondamentale per bilanciare la rete.

10. Grazie alla rapida decarbonizzazione del sistema energetico britannico, nel Regno Unito oggi il settore dell’elettricità è il sesto per emissioni di CO2, dopo quello dell’aviazione, spiega un rapporto del Climate Change Committee. Inoltre, lo studio mette in luce che l’installazione di pompe di calore è aumentata del 56% nel 2024 e che quasi il 20% dei nuovi veicoli venduti era elettrico.