Armando, nome di fantasia che abbiamo attribuito ad un socio vero di ènostra, è stato oggetto di un tentativo di truffa, il cui scopo era quello di fargli cambiare fornitore di energia elettrica. Come sempre, per discrezione, abbiamo omesso i nomi dei venditori. Ecco il racconto di quanto gli è successo.
Un giorno sono stato contattato al telefono *** che mi chiedeva dati relativi alle bollette del fornitore che mi vendeva l’energia precedentemente a ènostra. Abbiamo concordato che mi richiamassero in serata, in modo da controllare alcuni dati sull’ultima mia bolletta con il vecchio fornitore ***, in particolare i costi di distribuzione di energia elettrica. A detta del mio interlocutore, a partire dal 2017 i costi di distribuzione avrebbero subito un netto calo, perché il mio vecchio fornitore, insieme ad altri, come *** e ***, avrebbero prodotto in Italia l’energia elettrica a me venduta. Al mio ribattere di essere dal 1° ottobre cliente di ènostra, mi è stato detto che ènostra cura solo la parte distributiva, mentre c’era un’altra parte della fornitura gestita dall’azienda elettrica da cui mi stavano chiamando, e cioè ***. E su questa parte gestita da ***, hanno cercato di farmi sottoscrivere telefonicamente un nuovo contratto. Siccome la cosa mi sembrava poco chiara, non ho accettato è mi sono riservato prima di chiedere chiarimenti a ènostra.
Come stanno in realtà le cose
Ad Armando è stato detto che “a partire dal 2017 i costi di distribuzione avrebbero subito un netto calo”. A rigor di termini, questa affermazione non è né vera né falsa. Ma pensando allo scopo del venditore possiamo addurle un velo di falsità: a partire dal 2017 non ci sarà nessun “netto calo dei costi di distribuzione”, ma una loro rimodulazione. Spieghiamo meglio: la riforma in atto delle tariffe elettriche, già avviata dall’Autorità a partire dal 1° gennaio 2016 e che sarà pienamente operativa a partire al 1° gennaio 2018, sta rimodulando i costi di distribuzione e non solo. Più precisamente sta rimodulando la tariffa di rete (cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell’energia elettrica) e la tariffa per gli oneri di sistema (cioè i costi per sostenere attività di interesse generale per il sistema elettrico), in modo da superare la progressività delle tariffe rispetto ai consumi, che precedentemente prevedeva minori costi per chi consumava meno e maggior costi per chi consumava di più. Eliminare la progressività della tariffa significa rendere le tariffe uguali per tutti e per ogni livello di consumo. Nella realtà dei fatti (e qui la falsità di quanto detto ad Armando viene meglio alla luce), chi prima consumava meno pagherà un po’ di più e chi prima consumava di più pagherà un po’ meno (per maggiori informazioni v. Le novità del mercato elettrico dal 1 gennaio 2017). Insomma, nessun “netto calo”. E non solo, tutto ciò non dipenderà affatto dal luogo in cui le aziende producono l’energia (in Italia o all’estero, in Lombardia o in Sicilia). Da quando il mercato italiano dell’elettricità è stato liberalizzato, le attività di produzione e vendita sono oggetto di libero mercato: l’energia può essere prodotta e venduta in qualsiasi luogo, senza nessuna restrizione di confini per la vendita e con la sola restrizione delle autorizzazioni alla costruzione e esercizio dell’impianto per la produzione.
Le attività di distribuzione e trasmissione dell’energia, invece, sono gestite da società detti distributori (v. tabella Alcune definizioni utili) e la loro remunerazione è regolata da tariffe fissate dall’Autorità, le medesime che abbiamo citato prima: tariffe di rete e oneri generali di sistema. Non c’è nessun nesso tra la distribuzione e il luogo in cui viene prodotta l’energia, chi la produce e chi la vende che possa incidere sui costi di distribuzione. Nessun minor costo di distribuzione può essere concesso liberamente al cliente, se non su mandato dell’Autorità. A rigor di termini, può accadere che i minori o maggiori costi delle tariffe elettriche possono dipendere da complicati meccanismi utilizzati per garantire la continuità della fornitura ed evitare di compromettere il funzionamento del sistema elettrico; e su questi meccanismi può incidere la maggiore o minore produzione di energia nazionale o la maggiore o minore quantità di energia importata. Ma questi costi sono sempre regolati dall’Autorità e non dal fornitore di energia.
Altro punto. Ad Armando è stato detto: “ènostra cura solo la parte distributiva, mentre c’era un’altra parte della fornitura gestita dall’azienda elettrica da cui mi stavano chiamando, e cioè ***. E su questa parte gestita da ***, hanno cercato di farmi sottoscrivere telefonicamente un nuovo contratto”. ènostra non distribuisce energia ma la vende. È un fornitore. È bene tener presente che un cliente non può avere una fornitura di energia, intesa come vendita, gestita in parte da un’azienda e in parte da un’altra. Il cliente finale non può avere contemporaneamente due fornitori, ma un solo fornitore che gli vende l’energia e un solo distributore che gliela porta a casa. La confusione in Italia nasce spesso dal fatto che molti gruppi societari svolgono sia l’attività di produzione, sia quella di vendita che quella di distribuzione. Ma la legge impone che, sebbene le società facciano capo allo stesso gruppo societario, le attività che svolgono devono essere tra loro nettamente separate (si parla in gergo di unbundling). Facciamo un esempio: il gruppo societario Y ha tre società:
• Y-distribuzione, che si occupa di consegnare l’energia elettrica nelle nostre case, attraverso le reti di distribuzione a media e bassa tensione. Come ogni altro distributore, Y-distribuzione gestisce una rete di distribuzione che ha avuto in concessione dallo Stato; inoltre, essendo proprietario dei contatori, si occupa della lettura dei consumi, che comunica al fornitore per il calcolo dell’importo dovuto dal cliente. La sua attività è remunerata (pagata) secondo precise regole dettata dall’Autorità;
• Y-Energia, che vende energia e per questo è anche definito fornitore (vedi Tabella)
• Y-Produzione, che è proprietaria di un certo numero di centrali elettriche con cui produce energia che può vendere all’ingrosso, attraverso il mercato elettrico, o al dettaglio.
Ora, sebbene Y-Energia faccia parte dello stesso gruppo societario di Y-distribuzione, non può assolutamente fare sconti sulle tariffa di rete (cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell’energia elettrica) e la tariffa per gli oneri di sistema (cioè i costi per sostenere attività di interesse generale per il sistema elettrico). Y-Energia deve semplicemente limitarsi ad applicare nella bolletta del cliente i costi delle tariffe elettriche che il distributore gli comunica, anche se il distributore fa parte del suo stesso gruppo societario. Y-Energia può, invece, fare sconti, offerte e quant’altro su quella che in bolletta è chiamata “spesa per la materia energia”. Non può, in alcun modo, fare sconti e offerti sui “costi di distribuzione” (quelli che in bolletta sono denominati “spesa per il trasporto e la gestione del contatore”), né sugli altri costi di rete in bolletta denominati “spesa per Oneri di Sistema”.
Per conoscere altri casi di raggiri ai danni dei consumatori consulta la Sezione STOP ALLE TRUFFE. E se ha da segnalare ulteriori casi, compila il form in fondo alla pagina.
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